Memoria e visualizzazione mentale: facoltà indispensabili per il Barman (1° parte)

Spesso, nella mentalità comune, quando si pensa ad un barman (o anche ad altre professioni dove il contatto visivo e la raccolta di informazioni sono importanti), si dà importanza solo alla manualità: quanto sarà bravo a preparare cocktails, quando è veloce e corretto nel servire un espresso o un cappuccino e così via.

 

Ci si dimentica della…mente. Come se questa fosse la meno importante di tutte, da allenare, tenere viva, solo nei tempi scolastici (oramai andati per chi già svolge questa professione da anni). Una volta a Trieste mi raccontarono come che la categoria dei barmen fosse “privilegiata”: loro conoscevano tutti, ascoltavano tutti, memorizzavano tutto. Ottimi informatori dei Servizi Segreti ai tempi della Guerra Fredda. Ed inoltre Trieste era crocevia di spie, poiché situata proprio al confine con i Paesi dell’Est. Pertanto quale migliore categoria per raccogliere informazioni ed utilizzare per avere mille occhi e mille orecchi in una città come quella?

 

Naturale che quella fosse un’eccezione: a chi non farebbe comodo avere un doppio stipendio. E’ altamente probabile che oggi questo tipo di doppio “lavoro” venga svolto da personale di grandi alberghi (mi viene in mente l’Hotel Ukraina di Mosca). Tuttavia ciò fa pensare: se una persona utilizza queste facoltà, quali l’attenzione, la visualizzazione mentale e la memoria, per apportare dei benefici…altrui, perché non farlo per se stessi?

 

Altro esempio: i veri baristi/barmen memorizzano il volto dei clienti, si ricordano cosa hanno ordinato, cosa prendono di solito, eppure in un bar molto frequentato sono davvero tante le facce da memorizzare. Ecco, che quel bar, dove il personale si ricorda il tuo volto e ti (ri)accoglie con un sorriso, avrà una marcia in più. Ma gli esempi possono essere numerosi e, ripeto, valgono anche per altri tipi di locali enogastronomici.

 

Come sviluppare queste facoltà? Lasciando per un attimo in sospeso il discorso delle cellule neuronali, delle sinapsi e del funzionamento bio elettrico del cervello (sarebbe un discorso lungo, anche se importante per capirne di più), esistono degli allenamenti in grado di tenere sempre viva l’attenzione della mente, renderla “brillante” ed elastica.

Ebbene questi tipi di allenamento vanno a potenziare proprio i neuroni, i quali possono produrre nuove ramificazioni e creare nuove sinapsi. “Brillante” è un termine che si adatta ad un individuo che dispone di facoltà vive ed attive. Curiosamente le tecnica della Pet (Positron Emission Tomography) permette di visualizzare su uno schermo computerizzato i flussi sanguignio ai vari livelli del cervello. Quando entrano in attività le cellule della corteccia cerebrale, aumentano i loro consumi, rendendo “luminosa” quell’area.

Un video di esempio che riguarda l’attività bioelettrica nel cervello di un pesce.

Fine prima parte