Aprire un bar didattico (parte 2)

Premessa e considerazioni1

Questa è la seconda parte del progetto Bar Didattico (la prima parte è qui). In questo caso prendiamo in considerazione solo la gestione organizzata dal reparto sala. Faccio anche alcune considerazioni in base alle mie esperienze e di coloro (colleghi docenti di sala) con i quali sono in contatto.

  1. Il bar deve essere didattico, ossia mettere in condizione allievi di svolgere una simulazione d’impresa. Quindi può essere presentato come progetto di alternanza scuola lavoro ed inserito nel pof. A mio parere possono essere coinvolti allievi di qualsiasi classe (dalle seconde alle quinte);
  2. Il bar deve avere come responsabile un docente di sala e vendita. L’ideale sarebbe far coincidere gli orari di laboratorio di quel docente, con gli orari di apertura del bar;
  3. Una volta tolti i costi, i ricavi netti dovrebbero essere spesi per le attrezzature e il materiale soprattutto di sala. Dico soprattutto perché non è raro, secondo la mia esperienza, che il settore di cucina non voglia partecipare al progetto. Brioche, focacce, pizza potrebbero essere preparate dalle classi di cucina, ma bisogna accordarsi prima. Nella seconda ipotesi, ossia la cucina non vuol partecipare al progetto né con pasticceria, né con altre preparazione, il BAR Didattico si può aprire lo stesso: caffetteria base (caffè, cappuccini, latte macchiati, tè: sono tutte bevande che possono essere servite). Inoltre si potrebbero acquistare croissant surgelati (gli stessi che vengono forniti ai bar giornalmente) o anche torte e crostate. Non è l’ideale certo, ma in questo caso il bar didattico è comunque salvo ed operativo. Altrimenti resta sempre in piedi l’ipotesi uno. Si serve solo caffetteria. Questo naturalmente spetta al DS decidere con le parti e promuovere il progetto.
  4. Come incassare? Considerata l’ipotesi della circolazione di contanti non è ottimale, si potrebbe ricorrere a varie soluzioni: 1) Scontrino non fiscale. Mia considerazione: a parte l’acquisto della macchina, chi si mette a fare gli scontrini? Un ATA? Comunque si parla di incassi quotidiani; 2) badge elettronico. Occorre un investimento iniziale di varie migliaia di euro, che possono essere ammortizzati in un anno. 3) Braccialetto identificativo. Soluzione sperimentata personalmente in Austria. Avverinistica e semplice, permette di bypassare tutto il contante.

5) Blocchetto con tagliandini staccabili, di varie pezzature (10 centesimi, 20, 50 e così via, per un massimo di 14 euro). Il docente o l’allievo paga con bonifico l’acquisto di un blocchetto (o contanti alla segreteria) e poi ne usufruisce.

Questo è un esempio di blocchetto realizzato per l’Istituto dove lavoro e sponsorizzato da AIBM Project.

Queste sono alcune soluzioni, ma volendo se ne possono ideare anche altre. I soldi, andrebbero in un conto corrente, cogestito da scuola ed insegnante responsabile. Importante è che tutti i soldi dei ricavi (tolte le spese) vengano usati per attrezzature per la scuola. In questo video invece un progetto presentato dai colleghi docenti DTA con la classe: https://youtu.be/dOT1_ze0i2A

E’ disponibile  già il modello di blocchetto, chi lo desidera mi scriva su FB oppure servizieditoriali017@gmail.com

Scarica la scheda didattica demo in formato PDF

Il progetto in formato word è disponibile nell’area riservata accessibile ai docenti che hanno aderito alla Rete: https://www.facebook.com/groups/1226766527378351

Ricordo che queste sono mie impressioni e consigli personali, avuti da esperienze dirette e scambi di opinioni con altri docenti. Ogni Istituto decide in propria autonomia.

Luigi Manzo

Link al progetto rete

Link ad un articolo sui braccialetti