Nato in Scozia nel 1890, da giovane iniziò a viaggiare in Europa, dove arriva in Costa Azzurra. Da qui iniziò la sua carriera, lavorando nei bar di Cannes. Dopo poco decise di partire di nuovo, recandosi a Parigi, presso uno dei pochi cocktail bar dell’epica, il “Manhattan Bar” di Ted Sloan, il quale aveva ricostruito, pezzo dopo pezzo, il suo bar newyorchese nella capitale francese.
Harry Macelhone divenne capobarman, ma dovette interrompere per partecipare alla Prima Guerra Mondiale. Si trasferì poi a Londra nel 1919 iniziando a lavorare presso il Ciro’s Club. Qui creò il White Lady, che sarebbe diventato uno dei grandi classici della miscelazione (a base di Gin, Cointreau e succo di limone). Anche lui si occupò di stilare le sue ricette in un libro: nacque così ABC of Mixing Cocktails.
Nel 1923 acquisì il Manhattan Bar, chiamandolo “Harry’s New York Bar”. Con lui lavorò un altro famoso barman dell’epoca, Fernand Petiot, inventore del Bloody Mary.
Il successo crebbe, così anche la creazione di nuovi drink, come il Sidecar (anche se questo cocktail ha ancora origini in parte sconosciute. Arrivò la Seconda Guerra Mondiale e MacElhone scappò da Parigi per trasferirsi a Londra, dove lavorò presso il “Cafè de Paris”. Purtroppo l’8 marzo del 1941 una bomba tedesca distrusse l’edificio.
MacElhone si trasferì al Rivoli Bar dell’Hotel Ritz. Quando decise di ritirarsi, la figlia si trasferì a Parigi per riaprire il locale. Ancora oggi, dopo 80 anni, l’Harry’s Bar è gestito da un MacElhone di quarta generazione.