Il bottigliere del Papa e i vini delle Cinqueterre

Intorno alla metà Cinquecento il bottigliere pontificio Sante Lancerio inviava una lettera al suo “padrone et benefattore” Guido Ascanio Sforza. Nella lettera saranno elencati i migliori vini da lui assaggiati e giudicati da Papa Paolo III Farnese, durante il suo pontificato dal 1534 al 1559.

Infatti Sante Lancerio aveva un compito che oggi sarebbe invidiato: quando accompagnava il Papa nei suoi viaggi e incontri pubblici, egli doveva assaggiare e selezionare di volta in volta i vini migliori, compresi quelli che il Papa riceveva in dono.

Definito come il bottigliere (oggi diremmo sommelier) Lancerio era anche storico e geografo, tanto che descrive bene il territorio di produzione di ogni singolo vino. Egli giudicava in maniera tagliente i vini che non gli piacevano. Non è raro leggere nella sua guida “qui non sanno fare vini“.

Ma della Liguria cosa ha detto? Parla benissimo dei vini di Monterosso. Oggi naturalmente tutti quei vini si trovano sotto un’unica denominazione: il Cinqueterre DOC. Ovviamente stiamo parlando del Cinquecento: oggi i DOP e gli IGP sono molti di più, per non parlare delle tecniche.

Nel 1876 il professore Giuseppe Ferraro decide di dare alle stampe per la prima volta il manoscritto di Sante Lancerio con il titolo I vini d’Italia giudicati da Papa Paolo III (Farnese) e dal suo bottigliere Sante Lancerio.

Oggi il testo, con tutta la selezione dei vini, è disponibile nelle edizioni I grandi classici della Sandit Libri: