La guerra del Bellini (cocktail)

Guerra giudiziaria per il «Bellini», il cocktail inventato dai Cipriani e legato all’Harry’s Bar. Il titolare se la prende con la Casa vinicola Canella di San Donà.

 

Arrigo Cipriani aveva provveduto fin dal 1983 a registrare il marchio del «Bellini», l’aperitivo di prosecco e di polpa di pesca bianca «inventato» nel 1948 in occasione di una grande mostra dedicata al grande pittore veneziano in laguna. Cinque anni dopo nasceva l’accordo con l’azienda vinicola sandonatese per produrre in grande stile e commercializzare in bottiglia uno dei cocktail più famosi al mondo. Nel 1995, però, il contratto con Canella si rompe e ognuno va per la sua strada: la casa vinicola può continuare a produrre e vendere «Bellini» in bottiglia, ma pubblicizzandolo senza alcun riferimento alla famiglia Cipriani e all’Harry’s bar.
Due anni fa, però, scoppia la guerra: incomprensibile per Cipriani il fatto che il Comune abbia permesso alla casa vinicola di utilizzare il marchio Venezia, naturalmente dietro pagamento. Stando al ristoratore veneziano e ai suoi legali, scrivere «Bellini, il cocktail di Venezia», significa fare riferimento diretto ed esplicito alla famiglia Cipriani. Non solo: Cannella sulle bottiglie in vendita in mezzo mondo aggiunge anche «nato a Venezia nel 1948». Infine, il ricorso rivela che nelle bottiglie oltre al prosecco e alla pesca bianca la casa vinicola sandonatese aggiunge succo di lampone per il colore: solo così il liquido assume un sfumatura rosata, altrimenti tenderebbe al grigio.
Il giudice della sezione specializzata del Tribunale di Venezia Marina Caparelli scrive che «non sembra che la storia e la tradizione di Venezia siano così indissolubilmente legate a quelle della famiglia Cipriani e dell’Harry’s bar al punto che qualsiasi citazione di Venezia possa essere associata a loro, creando il rischio di confusione». Per quanto riguarda il marchio Venezia, dunque, «non è di per sè idoneo a ingenerare confusione perchè Venezia non si identifica con Cipriani e la sua citazione non evoca l’Harry’s bar».
Del resto anche per quanto riguarda l’aperitivo in questione la confusione – stando al magistrato lagunare – non esiste visto che quello di Cipriani è un prodotto artigianale, fatto al momento e per i clienti che frequentano l’Harry’s, mentre quello di Canella è un prodotto industriale, venduto in bottiglia e acquistabile in bar, supermercati, eccetera.
La violazione, per il Tribunale, invece esiste per quanto riguarda quel «nato a Venezia nel 1948» perchè «fa riferimento diretto e inequivocabile al Bellini di Cipriani». I giudici della sezione speciale del Tribunale, dunque, respingono il ricorso presentato contro Ca’ Farsetti perchè il Comune aveva tutto il diritto di cedere le roialties sul marchio Venezia anche a Cannella di San Donà. Mentre, per quanto riguarda la casa vinicola, accolgono il ricorso del titolare dell’Harry’s per la frase «nato a Venezia nel 1948»: i danni esistono, ma la quantificazione del risarcimento dovrà essere stabilita nel corso della causa civile che tra le due parti è già in corso da tempo.

Fonte: Nuova Venezia

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