L’Anice

L’anice fa parte della famiglia delle ombrellifere. Conosciuta sin dal III millennio a.C. in Mesopotamia, venne menzionata in una ricetta contro la peste. Sono in molti gli autori che la citano: Teofrasto, Plinio, Dioscoride; anche Pitagora parla di una bevanda a base di anice per lenire i dolori. Fino all’inizio del secolo scorso l’anice è stato impiegato come pianta officinale, (infatti facilita la digestione sia come stimolante che come sedativo), per profumare i dolci e confetti e per produrre le prime anisette.
Abbiamo due tipi di anice.
L’anice stellato (Illicium verum) originario della Cina meridionale ed importato in Europa nel XVI sec. dal navigatore inglese Thomas Cavendish. Ancora oggi molta parte dell’anice stellato proviene dalla Cina e dal Vietnam. Il suo olio essenziale risulta di colore bianco o appena giallognolo e di sapore forte e acidulo.

l'Anice
L’anice verde (Pimpinella anisum) cresce invece in Europa, nell’Andalusia in Spagna, in Touraine in Francia e in Russia. Da essa si usano i frutti grigio-verdi grandi come una capocchia di spillo. L’essenza di anice verde è incolore con un profumo caratteristico, fine e dolce. La Francia è il maggior consumatore di anice al mondo.
L’essenza di anice (ma anche di finocchio) è costituita per il 90% da un etere metilico detto anetolo. Vista la difficoltà di approvvigionamento della materia prima, sono in corso numerose ricerche per ottenere prodotti di sintesi con le stesse caratteristiche organolettiche in grado di sostituire l’anetolo. In alcuni casi si sopperisce alla mancanza di anetolo con essenza di finocchio dolce. Esistono diverse tipologie di prodotti a base di anice, dagli aperitivi ai superalcolici, più o meno colorati, vedi la Sambuca, l’Anisetta, il Pastis e così via…