Novità: Mille Misture di Elvezio Grassi

Sprizzi, spruzzi, sprazzi.
Verde, bianco, rosso, turchino giallo rosso rosso tosso…
Zicche zacche zacche zicche, brrrrr …
Ecco il cocktail, il «coda di gallo».

 

Inizia così la prefazione a questo testo, in stile Futurista, che il professor Ottino descrive nelle prime pagine di uno dei testi fondamentali della miscelazione italiana: Mille Misture del “miscelatore” Elvezio Grassi (patron del Bar Argentino di Lugano e scomparso nel 1943).

La copia originale degli anni Trenta fu recuperata in uno stock di vecchi testi sulla miscelazione, finendo nella mia biblioteca personale. Ma non è mai stata ristampata in tempi recenti. Abbiamo deciso così di colmare un vuoto nella miscelazione, mettendo a disposizione l’opera di oltre 200 pagine che rende testimonanza ai primi cocktail italiani, come l’Americano in tutte le sue varianti, il Milano-Torino (chiamato anche “Mito”) o il Milano-Milano, una miscela di Rabarbaro Zucca e il Bitter Campari con Seltz.

In quegli anni la grande industria automobilistica italiana (e non) si faceva conoscere in tutto il mondo: così Elvezio Grassi gli dedica creazioni personalizzate come Alfa-Romeo Cocktail, Bugatti Cocktail, Fiat Cocktail, Ford Cocktail, Lancia Cocktail, Mercedes Cocktail e Rolls Royce Cocktail.

Tra i drink celebri troveremo anche lo “Spruzzo” che tradotto in tedesco è “Spritzer”, bevanda composta da vino bianco italiano e seltz, definito lui come “un classico aperitivo lombardo”. Lo Spritzer diverrà cocktail IBA ufficiale nel 1987, nella seconda codificazione IBA (poi si trasformerà in Spritz veneziano nel 2011).

Tra le righe possiamo scorrere i grandi nomi dei bartender del passato, ai quali Grassi si ispira: Harry Craddock, Adolphe Torelli, Jerry Thomas: “Grandi maestri di tecnica e finezza“. Ed aggiunge: “Per il mondo si contano migliaia e migliaia di cosiddetti “Barmen” ma per la verità, in generale si tratta di uomini del bar, come mixeurs … zero. Non è abbastanza aprire bottiglie e mescere varie quantità di liquido per creare dei cocktails. Bisogna anzitutto gustarli prima, e dosarli sempre come l’originale“.

Insomma come una macchina del tempo fatta di pagine e di inchiostro nero, possiamo tornare nel passato e vedere quali erano i drink più in voga dagli anni Venti, spiegati con tanto di ricetta e curiosità.

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